Allo Illustrissimo Signor: Don Francesco de Estc. Domingo de Gaztelu


Consueto fu sempre de scrittori Illustrissimo Signor anchora de compositori: e de cieschaduno in universale: quali desiderano: che so e /o/ aliene opere: in luce vengano: cosi cometterle ad Impressori: se principalmente gli Proponeno conveniente Intitulatione e felice directione secundo la subiecta materia rechiede ad effecto che armate de la authorita: e sublimita: de magnanimi Principi: piu sicurmente fugire possino la mordacita e dettractione de maledici: che a le volte se sole usare assai iniquamente: e imperho ragionevole cosa mi /e/ aparso anzi cognosciuto ho (essere il debito mio grande) che facendo io imprimere la ingeniosa e docta resurrectione di Celestina: cosa nova: e delectevole: a me novamente da hispania sopravenuta seguir deva Parimente le vestigie e cosi laudato costume de quelli: e cosi: doppoi il longo mio discorso a quali deli Principi: a nostri tempi; qui in Italia meglio convenire: e piu grata essere potesse: tale mia directione. In vero non mi /e/ accaschato altro Principe in mente: dico di convenientia magiore: e di piu existimatione: quanto ho audidicato Vostra Illustrissima Signoria accedendo la observantia: che io gli porto singularissima: e la Excellentia de le cumulate sue virtu: come veramente sono Regale in quella. Concludo adunche: che Vostra Signoria Illustrissima si voglia dignare per sua innata clementia e humanita: di abrazare: questa tale opera e resurrectione di Celestina: quale sotto il nome: e umbra soa ho publicato: e apresso conmunerare la persona mia sempre tra il numero de soi fideli: e buoni servitori di la quale non dubito non mancho satisfactione se potra pigliar di quello gli suole dilettar altra lingua piu peculliare attento il dulce subiecto di essa opera: e a Vostra Signoria Illustrissima con tutto il cuore e humilmente mi arricomando e baso le mani. De venetia a XXV. di Zugno 1536.